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Patty e il pene curvo


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
25.07.2023    |    14.260    |    17 9.7
"Due giorni dopo accompagnai i due fratelli dallo specialista; Simone mi chiese di restare..."
Mi ha telefonato Simone, il ragazzo di mia figlia
-Ciao Patty, come va? -
-Ho le tette che mi fanno male, dopo la strapazzata di ieri-
Lui e mio nipote Andrea mi erano venuti a trovare approfittando dell’assenza di mia figlia Daniela facendomi trascorrere due ore possedendomi insieme, bocca, figa e culo. Simone, come sempre si era divertito con le mie tette, spremendole, schiaffeggiandole, tirandomi i capezzoli. Ora portavo solamente una camicetta leggera, nuda sotto per non sentire dolore.
-Ho bisogno di un consiglio per mio fratello Danilo, sedici anni-
-Dimmi-
-Mi dice che ha il cazzo storto-
-Da sempre? -
-Sembra di sì-
-Posso farlo vedere ad un urologo che conosco-
-Immagino…-
-Porco! -
-Senti chi parla-
Presi un appuntamento con il dott. Vandelli; lavorava in ospedale da una ventina d’anni, piccoletto, pelato, un po’ panzone; non certamente il mio tipo; correva voce che ci provasse con tutte, senza gran risultati. Una volta, in ascensore, mi aveva messo una mano sul fondoschiena ma una occhiataccia da parte mia era stata sufficiente a farlo desistere. Successivamente ero ricorso a lui perché bravo medico e si accontentava di guardarmi nella scollatura.
Due giorni dopo accompagnai i due fratelli dallo specialista; Simone mi chiese di restare.
Eravamo in un classico e semplice ambulatorio ospedaliero: una scrivania con una poltroncina per il medico, due seggiole per il paziente e l’eventuale accompagnatore; il lettino per la visita appena protetto da un paravento.
Vandelli fece accomodare i due ragazzi, mentre io rimasi in piedi dietro a loro. Chiese a Danilo alcune notizie sul suo stato di salute passato e presente e alla fine il motivo per cui veniva a farsi vedere.
-Dottore, da sempre in erezione, vedo il pene curvo verso sinistra-
- Quanto è curvo? -
- Mi sembra tanto-
-In gradi quanto ti sembrerebbe? Angolo retto? -
-Noo, direi una mezza via-
-E’ sempre uguale o peggiora? -
-Sempre uguale direi-
-Ti fa male? -
-No-
-Riesci ad avere rapporti sessuali? O è troppo storto per entrare? -
-Non ne ho avuti-
-Diamo un’occhiata, stenditi sul lettino e tira giù bene pantaloni e mutande-
Era caldo e Danilo portava un paio di bermuda e i sandali, per cui si tolse rapidamente il tutto, slip compresi e si mise sul lettino.
Mi avvicinai anch’io, devo dire che il ragazzo aveva un bel cazzo. Fu visitato accuratamente
-Visto così non trovo nulla-
-E allora? - disse Simone alzandosi
-In questi casi, bisognerebbe vederlo in erezione, per capire il grado di curvatura e definire così il modo migliore per intervenire, se necessario-
-E come fate di solito? –
-Facciamo fare due foto al paziente con il pene in erezione, una dall’alto in basso e l’altra di lato. –
-Non potrebbe vederlo subito? -
-Ora è flaccido, non si drizza mica a comando-
-Forse ho la soluzione; abbiamo qui una bella infermiera disponibile; sono sicuro che ci aiuterà, vero Patty? -
Simone sapeva che non potevo dirgli di no, ma per farsi capire meglio mi diede un pizzicotto sul culo.
-Datti da fare –
Mio fratello mi aveva detto qualcosa sull’infermiera presente alla visita che si rivolse infatti al medico chiedendogli:
-Dottore posso aiutarlo? -
-Ma certo, abbiamo tutto il tempo che ci serve-
Mi prese l’uccello con una mano, e cominciò a masturbarmi, mentre l’altra mano mi accarezzava i coglioni.
Il pene restava molliccio. Simone si avvicinò a guardare.
-Niente? –
-Poco – risposi – ma mi pare di essere in piazza! –
-Ci vuole un incoraggiamento –
Simone andò dietro a Patrizia, le sollevò la maglietta, non portava il reggiseno, le tette sporgevano invitanti.
-Divertiti, a lei piace –
Qualche, rara, volta avevo palpeggiato le tette di una ragazza ma così grosse e disponibili mai. Lei era sulla destra del lettino e con la stessa mano mi buttai su quei meloni maturi.
-Piano, mi fai male-
-Mi piace troppo…-
Era una sensazione piacevolissima, un’esperienza mai provata prima e che mi fece dimenticare dov’ero. Il mio cazzo raggiunse facilmente l’erezione e poté essere valutato dall’urologo che mi invitò poi a rivestirmi
Fu Simone ad intervenire:
-Patrizia, non puoi lasciarlo così, duro ed insoddisfatto-
-Non vorrai che…-
-Hai capito benissimo, voglio che tu finisca quello che hai iniziato. E senza farlo sporcare in giro-
-Per chi mi hai preso? -
-Per la più brava succhiacazzi del circondario-
Il mio cazzo restava duro.

In erezione era veramente un bel cazzone, non poi tanto curvo. Lo presi tra le labbra; il ragazzo era molto eccitato, cercò subito di spingerlo più a fondo, non lo ostacolai. Faceva tutto lui, tenevo la testa ferma e lui andava avanti e indietro mentre con una mano mi tormentava le tette. Il dottor Vandelli era dietro di me. Sentivo il suo sguardo sul mio fondoschiena, coperto dai pantaloni della divisa.
-Le piace? – chiese Simone
-Sembra interessante – rispose Vandelli
-La tocchi, liberamente –
-Non ti crea problemi? -
-E’, diciamo, molto generosa; o se preferisce il termine, una gran troiona –
Parlavano di me come neanche fossi presente.

Sembrava avere proprio un bel culo; era messa a novanta gradi, molto impegnata a fare un pompino al ragazzo; il tessuto di cotone azzurro della divisa era ben teso.
Appoggiai le mani sulle chiappe rotonde: le strinsi, erano belle sode; ebbi quasi l’impressione che le spingesse verso di me. I pantaloni erano sostenuti da un elastico, glieli abbassai fino alle ginocchia; usava un tanga ridottissimo; il sottile filo interdentale affondava tra le natiche lasciandole praticamente nude. Gliele divaricai scoprendo il suo buchetto posteriore, vi entrai facilmente prima con un pollice e poi con l’altro. Lo doveva tenere bene allenato.
-Fai la difficile, ma vista da qua sembra che tu ti diverta-
-Basta strapazzarla un po' – disse Simone- al limite anche un paio di schiaffi per farle capire chi comanda-
Le tolsi le mani dal culo e mi fermai a guardarla.
La testa bionda saliva e scendeva sempre più velocemente mentre il ragazzo stringeva con le mani i bordi del lettino cercando di trattenere l’orgasmo ormai prossimo. Le tettone cadevano libere e sode, i capezzoli sporgevano grossi e duri.
Le mollai due violenti schiaffoni: gemette appena
-Allarga le gambe! -
La sua passera appariva luccicante
-Fottila! -
Mi abbassai i pantaloni e tirai fuori il cazzo. Entrai dentro di lei senza problemi. Non ho un grande uccello, ma è duro, dura e sborra molto. Inizialmente la presi per i fianchi, la pompavo lentamente aspettando che il ragazzo le riempisse la bocca.

Patrizia era sempre uno spettacolo da guardare: aveva un cazzo in bocca e uno nel culo; le tettone sode e libere oscillavano appena al ritmo dei colpi che riceveva. Vidi mio fratello inarcarsi mentre con le mani schiacciava la testa bionda contro il suo cazzo. Doveva essere ben pieno perché non finiva mai. Quando la porcella riuscì finalmente a sollevare la testa un rivolo di sborra le scese da un angolo della bocca. Lo raccolse con un dito e lo ingoiò. Il buon dottore la prese per i capelli, costringendola a tirare indietro la testa; con la mano libera la colpì più volte sulle natiche sode. Era bloccata contro il bordo del lettino e non riusciva a sfuggirgli.
Ce l’avevo di fronte, il petto in fuori per posizione in cui era obbligata e feci una delle cose che mi piaceva di più: le presi le tettone, una per mano, strizzandole e mungendola come una vacca. Le stringevo i capezzoli prendendoli alla base e tirandoli. Lei si mordeva una mano per non urlare.
-Mettile due dita nella figa- ordinai a mio fratello - più in fondo che puoi, scopala con le dita-
La conoscevo bene: sentivo il seno gonfiarsi per il piacere, e così mentre le tenevo una tetta con una mano le schiaffeggiavo l’altra; vidi il medico irrigidirsi mentre le riempiva il culo e la vidi poi afflosciarsi su Danilo in preda ad un orgasmo convulso.

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